I Racconti di Olaf
Disney Secondo Gad
Le radici del progetto Olaf Presents affondano in una divertente sequenza di Frozen 2 nella quale il tenero pupazzo di neve si esibiva in un approssimativo recap degli eventi del primo film, a beneficio dei nuovi personaggi appena incontrati. Sebbene la scenetta avesse a tutti gli effetti una funzione narrativa, era palesemente intesa come un modo per rompere la quarta parete e strizzare l'occhio al pubblico, tantevvero che dopo i titoli di coda la gag veniva ripresa e "aggiornata" con gli eventi del sequel.
Il doppiatore del pupazzo, Josh Gad, nei mesi successivi all'uscita del film si era spesso sentito rivolgere la richiesta di rinarrare la trama di molti altri film Disney, nell'inconfondibile stile di Olaf. Il legame fra il personaggio e Gad si era fatto sempre più robusto col passare del tempo, e lo stesso valeva per un gruppo di artisti WDAS che in Olaf avevano trovato una miniera di spunti per continuare a farlo rivivere. Così dopo l'uscita di Once Upon a Snowman e degli sketch di At Home With Olaf, ecco che Gad torna nuovamente in servizio sotto la regia attenta di Hyrum Osmond, per soddisfare finalmente la richiesta di nuovi recap disneyani.
L’Ingenuo Teatrino
Gli Olaf Presents sono il risultato di questo lavoro, cinque sequenze animate da novanta secondi l'una, che vengono caricate su Disney+ il 12 novembre del 2021, per festeggiare il secondo anniversario dall'arrivo della piattaforma streaming. Eccole nel dettaglio.
1. The Little Mermaid. In meno di due minuti vediamo Olaf raccontare l’altra grande storia di Hans Chistian Andersen, già autore di The Snow Queen, fiaba di cui Frozen costituiva un libero adattamento. Olaf interpreta praticamente tutti i personaggi principali: Ariel, Tritone, Ursula, Scuttle, Sebastian e persino il cuoco Louis, usando mezzi di fortuna e le sue virtù scomponibili per assumerne le sembianze. Ospite fisso della rassegna sarà la renna Sven, qui nella parte di Eric, mentre per i ruoli di supporto vengono ripescati i fratellini di Olaf generati nel corto Frozen Fever.
2. Moana. Stupisce in positivo la confidenza con cui lo studio inserisce uno dei suoi film più recenti tra i più famosi classici del rinascimento disneyano. Vediamo Olaf nel ruolo di Moana, Maui, Hey-Hey e persino del granchio Tamatoa, mentre i suoi fratellini diventano i pirati a forma di noce di cocco. Per il villain Te-Ka viene utilizzato il minaccioso Marshmallow, da qui in poi anche lui “regular” nel cast di questi spettacolini. Menzione d’onore per Sven, che viene qui impiegato in modo geniale, facendolo spuntare proprio in corrispondenza del cameo che lui stesso aveva in Moana, con un gioco di rimandi e easter eggs che premia lo spettatore più attento.
3. The Lion King. Probabilmente uno dei più divertenti di questo quintetto di episodi, Il Re Leone diretto da Olaf contiene alcune gag bellissime con un uso particolarmente arguto della sua “compagnia di attori”. I suoi fratellini vengono usati per interpretare i cuccioli, le leonesse ma soprattutto una versione esilarante della carica degli gnu. Sven, opportunamente truccato, interpreta Scar (e Nala), mentre ad Olaf spettano alcune delle sue trasformazioni migliori, dai leoni adulti, sfoggiando una criniera di foglie autunnali, a Rafiki, passando per Pumbaa. Simpaticissimo il combattimento finale al rallenty e soprattutto l’impiego di Marshmallow come voce di Mufasa dall’aldilà. La scena in cui Olaf ne racconta la morte sbagliando in pieno il ritmo della narrazione rappresenta un elemento chiave per capire la poetica alla base del personaggio.
4. Aladdin. Il quarto è l’unico episodio a contenere una scenetta post credits, che replica pari pari la chiusura dell’originale Aladdin. Questa volta a Sven viene assegnato il ruolo di Jasmine, mentre Marshmallow si trasforma nella caverna delle meraviglie, probabilmente la scelta di casting fin qui più azzeccata. A Olaf spettano tutte le altre trasformazioni: Aladdin, Jago, Abu, Jafar, il Genio e addirittura il mercante arabo che introduceva la storia. E per la prima volta lo vediamo… cambiare colore, diventando blu o rosso, per somigliare al Genio di turno.
5. Tangled. L’ultimo riassunto della collezione riguarda un altro film dell’epoca moderna e vede per la prima volta l’utilizzo di due degli spiriti elementali di Frozen 2, ovvero Zefiro e la lucertola Bruni, usata nel ruolo del camaleonte Pascal. Olaf interpreta principalmente Rapunzel e Madre Gothel, mentre Sven diventa Maximus, il che è poetico se si pensa a come l’arcigno cavallo fosse stato graficamente il progenitore della renna di Kristoff. I fratellini di Olaf entrano nei panni dei briganti dello Snuggly Duckling, mentre il ruolo di Flynn Ryder viene distribuito tra Olaf e Sven a seconda delle esigenze sceniche. La cosa più interessante di tutte è però quello che Olaf dice all’inizio, ovvero che questa è la storia di una sua cara amica, riferendosi molto probabilmente al cameo di Rapunzel durante l’incoronazione di Elsa. Sebbene non ci sia mai stato alcun interesse da parte degli studios a collegare le proprie opere in un unico universo narrativo al netto di qualche easter egg, questo riferimento suona sospetto e sembrerebbe suggerire un cambio di sensibilità dalle parti dell’hat building.
La Somma delle Parti
Come avvenuto per il trittico di How to Stay at Home, arrivato in piattaforma tre mesi prima, anche in questo caso viene data la possibilità all’utente di visionare i corti sia singolarmente, sia attraverso un unico reel omnicomprensivo. Tale “approccio modulare” svela come queste chicche animate siano state in realtà immaginate: la cura riversata nel confezionare la clip che le comprende tutte suggerisce che la miglior modalità di fruizione sia proprio questa. Nel montaggio finale è stato infatti aggiunto un prologo con la scena di Frozen 2 che aveva ispirato la serie, inoltre il quarto e il quinto episodio sono stati invertiti, in modo da poter chiudere la rassegna proprio con la gag post credit di Aladdin. Insomma, un tutto che è maggiore della semplice somma delle parti.
Sebbene a un primo sguardo gli Olaf Presents possano sembrare poca cosa, scavando più a fondo rivelano qualità e sensibilità tutt'altro che banali. La caratterizzazione del pupazzo di neve è fra i risultati migliori conseguiti ai WDAS: con quel suo misto di innocenza e ottimismo, Olaf ricorda infatti un bambino. Il suo modo di rimettere in scena queste storie è esattamente quello dei bambini, entusiasti per aver visto un film nuovo e desiderosi di raccontarlo agli adulti, omettendo passaggi importanti e indugiando in modo eccessivo su cose trascurabili. A condurre il gioco è palesemente l'improvvisazione di Gad, mentre l'animazione lavora di fino per star dietro a tanta spontaneità. E stupisce quanto ogni singola espressione, movimento o travestimento di Olaf risulti ispirato e ottimamente calibrato, una cura per il dettaglio che era emersa già ai tempi di At Home With Olaf, quando dietro un apparente minimalismo gli artisti Disney erano riusciti a celare delle vere e proprie lezioni di grande animazione.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Olaf Presents
- Anno: 2021
- Durata:
- Produzione: Jennifer Newfield
- Regia: Hyrum Osmond
- Sceneggiatura: Jennifer Lee
- Cast: Josh Gad
Credits
Nome | Ruolo |
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Josh Gad | Cast (Olaf) |
Jennifer Lee | Sceneggiatura |
Jennifer Newfield | Produttore |
Hyrum Osmond | Regista |